giovedì 4 agosto 2016

DIFFICILE SPIEGARLO

Un giorno intero. Con un'auto a disposizione, gli spazi del grande ovest da percorrere e scoprire. Che cos'ha di speciale tutto questo? La solitudine. La solitudine che si mescola con la libertà per una briciola di tempo, e che mi ha sopraffatto il cuore prima di riempirlo. 
Lunghe strade deserte, una meta lontana, mi fermo quando vedo qualcosa con cui valga la pena stare per un po'. Così ho accolto i brividi della partenza, recuperato la macchina a noleggio, imparato a godere delle comodità del cambio automatico e percorso miglia e miglia (come chiamano i chilometri in America) cantando a squarciagola o godendo inusuali silenzi.
La meta era il parco di Yellowstone, il più antico e famoso parco nazionale, quello che non riusciremo a vedere insieme. Così ho usato i miei occhi per voi, anche se lo so che non è uguale. Così ho sperato di essere un po' meno sola, un po' meno libera. Ho scattato mille foto, anche se il cuore che ha sobbalzato per la prima volta dopo una curva quando i primi geyser erano disponibili alla vista, parlando la potente e ancestrale lingua della terra e questo sobbalzo non sono sicura che sia nelle foto. Con i loro vapori di zolfo, le bolle di acqua bollente, i colori vividi, le fumaiole, i boati tonanti o sommessi, le onde. Ho girato piccoli video raccontandovi quello che vedevo, in molti casi la mia voce è stata superata dai potenti suoni della natura. Una cascata imponente, la corrente del fiume, il ruggito del geyser. Ho esplorato il parco dall'alba al tramonto sperimentando come è diverso essere soli. Ma solo con il corpo, però. Perchè anche se sola e con il cuore leggero, ho scoperto che ho cercato e visto ed esplorato tutto quello che avrei scoperto, cercato, visto ed esplorato se fossimo stati insieme. E ho cercato di raccontarvelo al meglio. Perchè in fondo, ma nemmeno troppo in fondo, Voiquattro siete sempre con me. Sempre.

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