sabato 17 febbraio 2018

SLEDOG

Le slitte. I cani. Tre slitte, trentaquattro cani, centotrentasei zampe agili e rapide sulla neve. Quando leghi il cane a una slitta, lui parte e corre forte avanti, tanto che le slitte hanno un’ancora robusta con cui artigliare la neve dura per tenerle, ove possibile, ferme. I cani hanno un leader, che sta solitamente davanti e “solitamente” ubbidisce all’ordine destra-sinistra. Il comando di stop è invece meccanico, con il “mash”, il conduttore di slitta, che salta su una leva, anch’essa meccanica, fermando de facto la slitta lanciata.
E poi, ogni tanto, succede che si cade. E cade anche il mash, e i cani continuano la loro corsa lanciata perchè nessuno è saltato sulla leva del freno. Dunque quando succede, in genere senza conseguenze ma con una bella avventura da raccontare, il mash si rialza e rincorre la slitta e chi era sulla slitta raccatta le pelli sparpagliate e aspetta che i cani tornino. Forse. È successo alla slitta su cui viaggiavano la microba e il cuginone FF, che volando su una radice si è ribaltata e, prima di riuscire a districarsi, ha continuato la sua corsa ribaltata per un po’ con gli ospiti a bordo.
Quando si torna i cani sono affamati e ricevono, composti e ordinati come non sono stati mai quando erano legati alla slitta ferma, il loro cibo, prodotto e dispensato in quantità industriali.
La cucciola grande sta cominciando a considerarla la professione del futuro.

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