sabato 5 settembre 2020

PARENTAL EQUITY

Vita dura, quella dei presidi, di questi tempi. Le linee guida per la ripresa sono arrivate con colpevole ritardo dal ministero, si naviga a vista e i ragazzi non siedono nel loro banco da ormai sette mesi. Vita ancora più dura quella del preside della nuova scuola della microba, tutto nuovo anche lui. Si è insediato il primo settembre e deve garantire la ripresa di una scuola materna, due elementari e una media per un totale di oltre mille ragazzi. Così la prima comunicazione che arriva è dalla vicepreside che spiega che le nuove classi saranno annunciate in giardino, nel meraviglioso ed enorme giardino che costeggia il parco. Ingresso aperto da una mezz’oretta prima per evitare assembramenti, UN SOLO genitore ammesso ad accompagnare le crisalidi che si affacciano alla prima media. Il messaggio si legge pubblico in famiglia Noicinque, la microba commenta: “Mmhh, quante cose devo scegliere. Anche se mi accompagna la mamma o il papà.”
Risultato della parental equity: accomplished! Quando non si da per scontato che quelle cose di accompagnamento emotivo le fai per forza con la mamma, perché entrambi i tuoi genitori sono abili e arruolati per farlo, come quando a cinque anni e con una frattura scomposta al piede la stessa microba ha scelto papà per stare con lei in ospedale la notte. Come quando, rarissimo, risuona nella notte, per un brutto sogno o perché si casca dal letto, il grido di aiuto ‘Papà!’ - forse perché nell’era pre-Covid erano molte le notti in cui XX era in trasferta, forse perché YY ha il sonno leggero e sente prima, forse, semplicemente, perché è giusto così.
E a YY il grande merito di aver scardinato, con garbo e naturalezza, il più grande stereotipo genitoriale.

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