mercoledì 29 giugno 2022

CARTA E PENNA 6

Da: Cucciola di mezzo

A: XX e YY

Cari mamma e papà,

non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questa opportunità, per il supporto che mi avete continuamente mostrato e che continuate a mostrarmi. Vi scrivo dalla mia  cabin, 61A, un numero che mi ricorderò per il resto della mia vita; solo sei posti letto otto sono occupati, di cui uno dall* mi* leader Claire (usa i pronomi neutri). 

Vorrei portarvi con me in una mia giornata, e mostrarvi l’albero che bisogna toccare per forza o se no porta sfortuna; il biff, il bagno in condivisione con le altre voyagers; l’anfiteatro dove ci riuniamo attorno ad un fuoco e e cantiamo canzoni tutte insieme (tra cui alcune discutibili); la sala che usiamo per i pasti, e come da un momento all’altro si alzino tutti con ancora mezzo nugget in bocca per danzare una coreografia di chissà quanti anni fa, che però tutti sanno a memoria perché vengono qua da quando avevano tre anni, o come si alzino cori dal nulla incitando altre cabin a cantare una canzone. Vorrei mostrarvi tutto questo, ma non è possibile, quindi potrete solo immaginare, e io vi aiuterò descrivendo al meglio delle mie capacità (potete anche chiedere alla mamma di descrivere meglio i luoghi, ammesso che se li ricordi). Nel nostro gruppo di voyagers siamo in dieci; io, Maddie, Sam, Erika, Abby, Ellie, Corinne, Andra, Gia, Libby (ovviamente tutti nomi abbreviati). C’è anche un’altra cabin leader, Payton. Io e le altre ragazze della cabin 61 siamo nei Ridgers (maglietta rossa, anche se per ora non ne abbiamo vista l’ombra), mentre il resto del gruppo, nella cabin 61B, e nei Trails (arancioni). Ieri e oggi siamo andate a fare ‘polar bears’ (non tutte) e Claire e Peyton ci hanno svegliato alle 7:30 per prepararsi e raggiungere il vero camp, con la sala pranzo e altri edifici, che dista circa 10 minuti a piedi (sì siamo nella cabin più lontana). Io sono lui L’unica che ha immerso anche la testa, cosa che pensavo facessero tutte, e quando sono riemersa mi hanno guardata strabiliate, neanche avessero visto uno degli UGO di Crozza. Comunque, il mare dell’Islanda era molto più freddo. La mattina dopo colazione abbiamo gli ‘interest groups’, un’ora di un’attività organizzata (c’erano tra le varie opzioni ‘sport di ogni tipo’, pottery e attività creativa libera nella craft house); vi potrebbe sorprendere ma ho scelto pottery (vuol dire che la mamma dovrà lasciare un po’ di spazio in valigia per le tazze e i bicchieri). Subito dopo abbiamo un po’ di tempo libero prima di pranzo alle 12, e di solito ci sediamo di fianco ad un monumento fuori dalla sala da pranzo a parlare, leggere (ho scoperto che è un’altra ragazza sta leggendo il mio stesso libro) e intrecciare i braccialetti. A proposito, ne sto facendo uno da legare ai miei occhiali da sole così che non caschino in acqua, ma ne voglio fare uno per Stac e le sue figlie, quindi potresti ripetermi i colori delle sciarpe così da abbinare i braccialetti? Poi ci sediamo per pranzo, dopo la canzone di gratitudine (che sto ancora cercando di imparare), e giù ancora con le coreografie e il pestare i piedi per terra e mani sui tavoli per incoraggiare gli altri a cantare e a ballare. Non ho ancora capito perché si debba proprio fare durante i pasti ma a loro piace così. A seguire c’è un’ora di riposo, di cui noi non ci godiamo solo di cui noi ci godiamo solo 15 minuti prima di avviarci verso il campo dei ragazzi, dove facciamo allenamento con i kajak, e ci alleniamo più a cadere che altro. Ci hanno fatto nominare i nostri kayak e tra ‘Toast’, ‘Smoosh’ ‘Jacono’, c’è anche il mio che è ‘Crème brulé’. Oggi ci hanno fatto indossare anche una specie di gonna, oltre alle vesti salvavita, che serviva a non fare entrare l’acqua nella canoa. Utile, ma con tutta la fatica che serve per metterla sulla canoa e per toglierla quando siamo sott’acqua, ribaltate, non ha avuto un gran successo. Un’altra cosa che mi ha lasciata perplessa sono le misure di sicurezza; se ti ribalti, la prima cosa da fare è battere le mani tre volte sul fondo della barca per segnalare che stai bene, e solo dopo puoi tentare di districarti per tornare in superficie. Ma se ti segnalo che sto bene prima, come fai a sapere se ho problemi a tornare in superficie? Comunque conto di non ribaltarmi molte volte. Ci alleniamo anche con l’altra cabin di ragazze e con una cabin di ragazzi. Una volta finito l’allenamento, stanche e fradice, torniamo al nostro camp e abbiamo del tempo libero prima di cena. La cena è alle sei e pensavo che l’avrei sofferto di più ma per fortuna il fuso orario mi ha sballato l’orologio della fame, quindi mi sono quasi abituata. Anche il cibo non è così male, a parte una pizza la cui salsa si staccava completamente dalla pasta, oppure una variante con salsa barbecue e nuggets. In più qui la passata è dolcissima ed è questo quello che intendevo quando avevamo preso la mega pizza per sei persone, e io dicevo che sapeva di vino. Oggi dopo cena siamo tornate al camp dei ragazzi per fare delle sfide di gruppo. Ne abbiamo fatte tre in totale; la prima consisteva nel penzolare da una fune e atterrare al di là di un bastone, che delimitava una riva del fiume, e poi farlo di nuovo ma stavolta tenendo in mano una borraccia piena d’acqua aperta. Nella seconda sfida c’era una piattaforma con un bastone sotto così che si muovesse su e giù, noi dovevamo bilanciarla salendoci e poi aggiungendo livelli di difficoltà, come sedersi o alzare un piede. Queste due erano ancora facili. Per la terza dovevamo far stare tutte noi su un’isola di circa tre 30 cm per 30. Dopo infiniti tentativi e altrettanti minuti in un groviglio di braccia e gambe che non si sapeva a chi appartenessero, siamo riuscite a stare su il tempo che ci voleva a cantare ‘We are young’ fino al ritornello, è diventata la nostra canzone distintiva. Infine una volta tornate nella sala pranzo, Claire è riuscita a trovare un cestino di gelato alla vaniglia a cui abbiamo aggiunto salsa al cioccolato caramello e zuccherini (insomma ogni cosa aggiungibile che possiate immaginare); infatti per andare a fare le sfide di gruppo ci eravamo perse il distributore dei gelati, evento che apparentemente accade una volta ogni morte di papa, da quanto erano entusiasti. Domani andrò di nuovo a fare i polar bears, e poi chissà che cosa si inventeranno all’allenamento di kayak. Dato che ti premeva tanto saperlo, mamma, sì, ho trovato delle fans di Taylor Swift, e non poche. 

Vi scriverò di nuovo presto. 

Vi penso, 


Cucciola di mezzo

PS grazie mille per le creme, adesso mi manca solo il coltello :)

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