giovedì 20 settembre 2012

L'ACCOGLIENZA E LA CASTAGNA

Le otto e trenta, nell'intorno di una qualsiasi scuola primaria, sono un momento piuttosto concitato. Nella scuola primaria delle cucciole, nello specifico, per ancora qualche giorno i bambini di prima vengono raccolti (si, proprio "raccolti") dalle maestre nel grande e colorato atrio, mentre la fiumana delle classi seconde, terze, quarte e quinte si accalca sciamando rumorosa su per le scale azzurre. In questi pochi giorni di scuola la cucciola di mezzo, oltre ad aver più volte seraficamente osservato che in classe prima non si lavora ma si collegano in continuazione puntini senza fine e non si impara a scrivere niente, e nemmeno a leggere e a contare, si è però dedicata con perizia all'intreccio delle relazioni sociali. Relazioni nelle quali, loro malgrado, i due bambini non udenti della classe sono risultati i suoi preferiti. Così nel salire le poche scale che portano all'atrio di raccolta, lei e Yuri, uno dei suoi nuovi compagni che non sente, si parlano senza parlare, senza LIS, ma solo con i sorrisi e con una castagna. Una castagna matta, che esce svelta dalla tasca tinta del grembiule cucciolo e viene offerta con gioia ad una mano che parla. XX ne ha approfittato per presentarsi alla mamma di Yuri, una mamma dal volto dolce e triste che le spiega con le lacrime agli occhi che il suo bambino ha dovuto lasciare tutti i suoi amici perché vicino a casa non c'era una scuola così. Così, dove una maestra dedicata lavora con chi non sente e traduce per loro le parole dell'insegnante. Ma anche così, dove anche una castagna matta può essere accogliente.

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