lunedì 24 luglio 2023

DIARIO DI VIAGGIO 3

La città di arrivo è Hyderabad, stato di Telangana, il viaggio ulteriormente movimentato dal ritrovamento microbo di un pezzetto di metallo nel dessert del pasto, cosa che ha fatto guadagnare alle viaggiatrici un bis di dolce della prima classe, slurp. XX capita accanto ad una signora indiana loquace e disponibile e originaria proprio di Hyderbad e ne approfitta per tentare di scoprire le più belle mete da visitare. Scopre che la zona dove stanno è lontanissima quasi da tutto, e lo stesso si possono visitare monumenti e mercati.

L’hotel ha una manutenzione bizzarra e nella notte, per due volte, nella loro camera suona un allarme, una specie di campanello a volume altissimo. Sono prima le due e poi le quattro del mattino, il corridoio è deserto e c’è un evidente contatto elettrico.

La mattina XX tenta di spiegare l’accaduto, mentre lei è in call arriva la manutenzione che parla ad andar bene la lingua locale, telegu. Le mille risorse microbe avviano il traduttore di google in hindi, il manutentore sembra capire un po’ di più; poi, fidarsi delle macchine è bene ma le persone sono ancora un po’ meglio, almeno nella manutenzione dell’hotel Radisson a Hyderabad cititech, dunque l’omino della manutenzione sparisce per ricomparire poco dopo con una signora addetta alle pulizie, che sorpresa, parla inglese. A questo punto la microba spiega in inglese fluente la questione dell’allarme, la signora non è sicura di capire ma traduce lo stesso e l’omino della manutenzione stacca tutti i collegamenti: in camera non suonerà più niente. Benissimo così, e grande merito microbo di aver trovato canali di comunicazione non convenzionali, e su temi non convenzionali. Microba pronta per il mondo. Pronta per il mondo, si, ma ancora bisognosa di undergarnments, come chiamano la biancheria intima in India. Mutande, per intenderci. Dal momento che sono ormai quattro giorni che la valigia microba è dispersa e non sembrano esserci notizie certe, si decide per qualche acquisto di emergenza. Ora, il concetto di ‘walking distance’, in Europa, unisce la nozione di distanza alla percorribilità. In India, ‘walking distance’ è proprio solo distanza, quindi XX e microba partono, a piedi, alla volta di un non meglio definito centro commerciale. Dopo qualche centinaio di metri, percorrendo una specie di tangenziale mezza di asfalto e mezza di fango su cui transita ogni mezzo a trazione naturale o antropica, scelgono di salire su uno dei mille tuk tuk gialli e verdi che le accostano offrendo un passaggio. Breve negoziazione, tentano di capirsi sulla destinazione e finalmente, qualche spavento più tardi, sbarcano al metal detector del mall. Che alle undici del mattino è ancora quasi chiuso, e soltanto la disponibilità di una delle pochissime commesse in circolazione le indirizza all’acquisto di qualche undergarnments anche per Pip, chè nemmeno la sua valigia è ancora stata ritrovata), una maglietta, una più brutta da usare come pigiama, ciabatte da doccia.

Dicono che ci sia un mercatino. E nel frattempo è arrivato il monsone, quello che picchia durissimo di pioggia violenta che in un attimo allaga tutto quanto, che peratro era già piuttosto fangoso. XX e microba in serata escono alla volta di un non meglio definito open market, si ritrovano per una lunga mezz’ora nel traffico bloccato di Hyderabad domandandosi che fare, vengono sbarcate dall’autista praticamente in un lago con l’acqua che arriva a mezzo polpaccio, appuntamento due ore dopo.

Pare il posto sia giusto, l’ingresso non sembra per nulla quello di un mercatino, la macchina fotografica microba viene bloccata nella custodia con delle fascette da elettricista e sotto un vento e una pioggia di inaudita violenza visitano bancarelle asciutte o no, alcune piene d’acqua, nell’area c’è un laghetto poco più grande di una pozzanghera pieno zeppo di pedalò a forma di cigno, molti dei quali mezzi naufragati. Cenano in una improbabile capanna di paglia con piatti piccanti a base di riso biryani e il miglior lassì di tutta l’India, si fanno togliere dal cuoco le fascette alla macchina fotografica e fotografano oche, pipistrelli, pedalò a forma di cigno e bancarelle in uno dei posti più surreali che si potessero immaginare, sotto gli allagamenti monsonici di Hyderabad.

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