martedì 25 luglio 2023

NEL FRATTEMPO PIP…

Mentre XX e microba esplorano la Hyderabad monsonica, la frizzantissima Pip sfrutta un passaggio dall’ashram all’aeroporto internazionale, circa quaranta chilometri di strade allagate e frequentate da mezzi di ogni genere, alla ricerca dei bagagli perduti. La cosa curiosa è che, in India, a meno che tu non esibisca valido biglietto aereo per qualche ora dopo, in aeroporto non entri.

Quindi non si sa bene come sia la storia di Pip all’aeroporto. Fatto sta che dopo qualche tempo, dall’ashram l’illuminato responsabile del problem solving dei viaggiatori dice al suo braccio destro Yogesh ‘vai anche tu all’aeroporto a vedere che cosa sta succedendo a Pip.’ Lui obbedisce, arriva all’aeroporto internazionale, entra anche lui senza un biglietto aereo, trova Pip e alla maniera di lì inizia a negoziare, insistere, chiedere, spiegare, cercare, eccetera. Ad un certo punto riescono ad ottenere, sembra, una foto della valigia di Pip, che però non si troverebbe più all’aeroporto ma sarebbe stata degradata a valigia non identificata e dimenticata in un improbabile deposito a circa trenta chilometri di distanza. I due non si scoraggiano, prendono un tuk tuk dopo opportuna negoziazione e sfidano un infarto alle coronarie certo. Arrivano al deposito che ha proprio l’aria di quello che è, il deposito dei bagagli perduti per sempre alla periferia di Hyderabad. Pip mostra la foto e indica la sua valigia, i mille documenti e numeri di bagaglio e codici e barre (alcuni dei quali erano rimasti per sbaglio tra i documenti di XX, il che ha richiesto immediatissime foto a caval dell’etere). Domanda, insisti, aspetta, chiedi di nuovo, impagabile Yogesh, ed ad un certo punto si materializza qualcuno con una valigia. Nera, quella di Pip era blu-grigio. Il suo cuore le finisce nei piedi, lei dice che quella non è la sua valigia, poi il colpo di genio: legge non i mille codici e numeri e nomi della linea aerea, ma la targhetta sulla maniglia, e ci trova…il nome di XX! Quindi quella era la valigia microba!!! Evviva. Un evviva parziale per Pip, ma asempre evviva.

Non sono ancora certi nè il destino, nèla geolocalizzazione nè lo status della vera valigia di Pip, e nel frattempo lei con il preziosissimo Yogesh, torna in ashtam. Prendendo due bus che arrivano solo a otto chilometri, preparandosi ad una lunga ed improbabile marcia nel buio dell’India rurale e trovando dopo poco un assolutamente inedito passaggio verso l’ashram, il tutto con il trofeo di bagaglio microbo. Totale della missione, dodici ore. Pare che sui bus e tutti gli altri improbabili mezzi di trasporto pubblico presi da Pip, di fronte alla naturale curiosità di vedere la pelle chiara chiara di Pip, Yogesh la difendesse con sguardo brutto al grido di ‘she is my mother’, la tenerezza ed il rispetto più alti in questa parte di mondo.

Per la cronaca, la vera valigia di Pip pare essere stata identificata e trasportata in ashram nel corso dei giorni successivi. Il 26 luglio è stata dichiarata giornata internazionale del ritrovamento del bagaglio perduto.

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