mercoledì 10 gennaio 2024

PER MOMENTI

È una bella storia, e per una volta proviamo a raccontarla per momenti. Ci sono loro, Sa e Sì. Sa é una amica speciale e meravigliosa, di quelle con cui è tutto sempre dannatamente autentico. Dai momenti più intensi, o cupi, o privati, con lei si può dire l’indicibile con la meraviglia del non giudizio - fino alle risate a crepapelle, agli scherzi, al tempo leggero, ai tramonti che paiono dipinti. Tutto in lei è meraviglia, anche se lei magari dice ‘non sempre’. Tutto vibra di cura e ascolto.

Sì é un amico speciale e meraviglioso, gli occhi celesti raccontano di una visione della realtà così attenta e allo stesso tempo cristallina, ha un cuore grande e generoso, sa essere come pochi altri. Sa e Sì sono una famiglia, condividono la responsabilità genitoriale su Ele e Tins, sono l’una per l’altro dai tempi della scuola. 

Avevano fissato la data del loro matrimonio il diciotto aprile duemilaventi, esatto, proprio quell’anno che ha chiuso il mondo, e con il mondo hanno chiuso anche le celebrazioni dei matrimoni civili.

E poi, forse all’improvviso e forse no, il momento è arrivato: è il dieci gennaio duemilaventiquattro, non esattamente stagione di matrimoni ma, si sa, le spose d’inverno sono le più belle.

La prima cornice è il cortile di Palazzo Reale, proprio accanto al Duomo: un capannello di cappotti scuri, qualche giubbotto, il cappotto chiaro di Sa. I sorrisi matti e complici, forse un po’ increduli del ‘sta succedendo’. Il bouquet della sposa bianco e rosso, composto dal delizioso gusto di Sa dal fiorista cingalese sotto casa. La sala degli arazzi. Le ragazze (tutte) sorridenti, emozionate che a passo di marcia precedono la sposa. La celebrante, un’assessora somigliante a Voldemort e che invece ha condiviso il suo sentire autentico e benevolo. Le promesse, Sa che legge le sue parole corpose che raccontano di vita insieme e di rinnovata promessa, Sì che legge la sua promessa usando forse meno parole ma altrettanto corpose. Dicono si, e si, ed è un si grande e bello e vero, chi c’era lo sa.

Poi arrivano gli anelli, forse si sbaglia mano o dito, ah si, quello è il dito del tendine rotto dal cane che ha strattonato il guinzaglio.

XX aveva il riso ma non si può tirare che poi arrivano i piccioni e ti danno la multa, e torna a casa dopo il rinfresco con i sacchetti i di riso in tasca. Le cucciole in rappresentanza erano splendide e incuriosite, la gigamicroba fasciata in un vestito lungo (e forse un po’ estivo) color del cielo, accessoriato da scarpe da ginnastica di mezzo metro, la cucciola di mezzo sfoggiando stivali texani e camicia bianca, per poi dirsi ‘ooppss, ero vestita di bianco’. Non fa nulla. Te lo direbbe anche Sa.

E poi il rinfresco al locale accanto, dove c’erano anche i visitatori della mostra di pittura che però stava chiudendo.

E gli amici di Sì, quelli politicamente scorretti e poi generosi e veri. E le amiche di Sa, quelle antiche e quelle più fresche, quelle delle mille condivisioni e dei silenzi che dicono tutto.

E gli sguardi. Quegli sguardi che raccontano di scelta, di impegno, di gioia, magari anche di dolore ma insieme, e di rispetto e di cura e di ascolto e di generosità e di intuizione e di sogni.

Che belli, i momenti di Sa e Sì. Che bello saperli.

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