sabato 17 marzo 2012

MUMBAI, INDIA, SI RIPARTE

Questa tre giorni così fitta fitta di emozioni, eventi, impegni sta per terminare. Naturalmente con i voli indiani che partono all'alba, richiedendo la sveglia puntata alle due e venti del mattino.
Ogni istante rimarrà scolpito nel cuore di una XX che drizza le orecchie al solo sentire la parola "India", che la ama in maniera assolutamente acritica ed incondizionata e non dimenticherà:
- che quando si dice "dormire sotto i ponti", non è in senso figurato, e a Mumbai sotto i ponti sono nate vere e proprie cittadelle coperte;
- che non importa quale mezzo prendi, nel traffico non passano tre secondi senza sentire il suono di un clacson, forte o intermittente, che probabilmente parla un codice cifrato comprensibile solo per loro;
- che per dire sì gli indiani dondolano la testa in una maniera così molleggiata e caratteristica;
- la foglia spalmata di marmellata di rosa, semi di finocchio, probabilmente canfora e probabilmente fango che i colleghi indiani hanno fatto mangiare a due perplessi XX e MarMan, che hanno sorriso ed inghiottito sfidando le più elementari leggi della microbiologia;
- le maniere più geniali e creative di mettere in tasca qualche rupia; tra queste, portare una bilancia (comunissima pesapersone, stile anni settanta probabilmente anche datata anni settanta) accanto al principale monumento di Mumbai e pesare le persone (?!);
- gli occhi di velluto dei bambini, più e meno fortunati, che ti accarezzano curiosi;
- la puja del tempio indù dedicato a Krishna, dove si è assaporata la tradizione ed un intimo momento di raccoglimento, affollato e rumoroso ma profondamente vissuto e sentito; protagonisti tre monaci seminudi che suonavano conchiglie, accendevano candele e spruzzavano acqua, e moltissime statue delle divinità tutte vestite, invece;
- i vestiti per la tua statua, quella del tempietto che ogni indù ha in casa, che sembrano i vestiti delle bambole ma sono solo più brillanti e splendenti e si vendono fuori dai templi;
- la palla piccante, uno snack assaggiato di fronte al tempio in cui una palla è riempita di acqua piccante e bisogna avere la bocca grande come quella di Godzilla per riuscire a mangiarla in un boccone.

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