martedì 2 giugno 2020

E POI SI TORNA A USCIRE

Un weekend lungo, il primo in cui il naso si può timidamente mettere fuori di casa. Nello specifico al maneggio sgarrupato, quello che ormai sarebbe - al netto della frequenza scolastica  - dimora fissa della cucciola grande, e che appena la frequenza scolastica non sarà più un ostacolo lei ambisce a far diventare dimora permanente. La sella, le redini, le staffe, la lunghina ed ogni altro paramento equestre sono stati appesi ovunque nella sua camera durante i mesi di lockdown, nei quali il guardaroba equino si è anche arricchito di un lussuosissimo copri muso/copriorecchie fatto all’uncinetto dalle mani cucciole. 
Si profila un weekend a base di cavalli, aria aperta e trionfo della rinascita di primavera per tutte e tre le cucciole, cacciate fuori (chi ha opposto nessuna resistenza, che un po’ di più) dai genitori che ritengono la ripresa di un minimo di vita all’aria aperta fondamentale. Così le cucciole vengono depositate allo sgarrupato maneggio, affidate al bizzarro Andrea e recuperate tre giorni dopo.
Si narrano aneddoti divertenti, come quando la cucciola grande è stata dotata di camicia bianca per fare bella figura nell’accogliere, a cavallo, alcuni ospiti annunciati al maneggio. Il suo cavallo avrebbe, nell’attesa, calpestato il cane di una compagna, anche lei incamiciata allo stesso scopo. Il cane si sarebbe offeso e avrebbe morsicato il cavallo cucciolo, che a sua volta avrebbe sgroppato per scalciare via il cane. Il tutto mentre l’auto degli ospiti, basiti, faceva richiudere il cancello tre volte nel dubbio su come comportarsi. Poi il cane, vista la mala parata, si è messo in un posticino all’ombra, dove la microba, ligia nel suo compito di aprire il cancello agli ospiti (se solo non l’avessero fatto richiudere tutte quelle volte...) sostiene di aver sentito squittire: trovando due tortore implumi cadute dal nido (da quando in qua le tortore squittiscono?). Corre a chiamare aiuto, viene dotata di una scatola di brioches da riempire d’erba in cui accomodare i due pulcini di tortora. Chiama a supporto un’amica settenne, e insieme salvano i due uccellini.
E poi succede che durante un non meglio precisato accompagnamento a casa di una ennesima ragazzina (non chiaro se a cavallo o con altro mezzo). La macchina di Andrea sembra tamponare leggermente in cavallo della cucciola di mezzo, con lei sopra. Il cavallo sgroppa e dà un calcio alla macchina, polverizzando il simbolo Mercedes della macchina di Andrea.
E alla fine succede anche che le redini, che sono legate alla testiera (un incrocio di striscie di cuoio in cui si accomoda la testa del cavallo) si sfilino dalla testa e rimangano in mano a tale Anna, che montava a pelo dunque senza sella nè staffe: durante la passeggiata al cavallo Mordicchio (nomen omen) si sarebbe infatti tolta pure la testiera. Così, per cavalcare come gli Apaches.
 E YY ritrovano tre cucciole un po’ inselvatichite, lorde di fango e dalle unghie inguardabili solo come a Traversella, ma felici e competenti nella prossimità con i fieri animali. Resta solo la camicia bianca dell’accoglienza da lavare, per i prossimi ospiti cui dare il benvenuto.

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