sabato 1 gennaio 2022

TRE ORE E DICIASSETE MINUTI

A completamento del papeleo del giorno precedente, e per partire con quel pizzico di serenità in più, i Noicinque decidono, nel primo giorno dell'anno, di fare un test covid di sicurezza. Negli ultimi giorni, nelle ultime ore si sono susseguite le notizie di amici, e parenti vicini e vicinissimi positivi o in quarantena - davvero un miracolo pensare di essere rimasti, per ora, in una bolla immune. E' infatti saltato il Natale con il nonno GG (la fisioterapista che andava a domicilio era risultata positiva), saltato il Natale con lo zio PP, positivi e malati vari tra grandi e piccini. L'amica preziosa SJ, in quarantena dal giorno prima di Natale, il prezioso Potts, positivo appena dopo. Insomma, nella cerchia ristretta di amicizie dei Noicinque non si riesce a pensare a qualcuno che non sia bloccato. Dunque, azzerati i contatti con l'esterno (auto quarantena preventiva), YY si arma di santa pazienza e un po' di ottimismo e verso le dieci del primo giorno del nuovo anno si mette in coda alla farmacia sempre aperta, quella che fa i test senza appuntamento. La coda è lunga, ma soprattutto, quasi immobile. Dopo circa un'ora e mezza anche gli altri Noicinque lo raggiungono in coda, in un serpentone che si sviluppa disordinato, qualcuno ne esce per fumare senza mascherina, molti sono al telefono e raccontano agli amici la via crucis dei tamponi. Nella via anonima, secondaria e normalmente deserta transitano un mucchio di auto in esplorazione, alla ricerca di un tampone in tempi non biblici, che studiano quanto è lunga la coda.

Dopo tre ore e sette minuti arriva il loro turno. Hanni i piedi gelati, le mani anche come probabilmente tutti quelli che sono nella coda con loro. Dopo altri dieci minuti, ecco i risultati, tutti ok. Nell'attesa, intrattengono conversazione con gli umarell riadattati, che in assenza di cantieri si chiedono che cosa ci fa tutta quella gente in fila. Ma cos'è, non ce l'hanno il green pass? No perché lui si, ce l'ha anche di carta che così è più sicuro. Ma allora, tutta la fila è per andare a lavorare? 

No, signore, almeno per loro, è per tentare di andare in Norvegia.


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