venerdì 7 gennaio 2022

THE BLAST

Il viaggio degli imprevisti cominciato con Lux che sbaglia aeroporto e poi lo risbaglia e parte con un itinerario completamente differente, sviluppatosi con effrazione per dormire in una casetta di altri, culminato con il furgone mezzo ribaltato nella neve e recuperato con abile mossa del minuscolo, ma ottimamente piantato nella neve, carrettino attrezzi, raggiunge il suo culmine a bordo della nave Hurtigruten, in servizio da Svolvær a Bodo il venerdì sera. Per policy della compagnia navale, all’imbarco si fa un test rapido ai passeggeri. Il test è fatto come controllo, basato sul nome di battesimo scritto su un post it giallo e fatto in una delle cabine del ponte basso. Si rimane in reception ad aspettare il risultato, e quando la cucciola grande viene richiamata dalla solerte infermiera bionda, nessuno vuole credere. Nessuno crede che si stia per sviluppare una magnifica ed ineguagliabile entropia. A base di: la cucciola grande risulta positiva, le rifanno il test che è di nuovo positivo e lei vieneimmediatamente chiusa in una cabina del ponte inferiore. Chiusa. Non la vede più nessuno.

Si presenta il comandante, elegante nella sua uniforme dai bottoni dorati, che spiega che tutta la famiglia deve scendere. Poi saranno affari del dottore, loro devono sbarcare graze. E la cucciola grande? No, lei sbarca solo dopo, molto dopo, per non incrociare nessuno. Ma scusi, sono quasi le nove di sera? Ah, il sistema medico vi ha prenotato un albergo. Adesso dico quale: può essere quello lì o questo qui. Ah, si, è questo qui. (No, salta fuori che è quello lì, comunque la prenotazione è stata fatta in modo misterioso e nessuno capisce nulla).

Alla reception ad un certo punto vengono allontanati come lebbrosi, nonostante tutti i noicinque indossino mascherine FFP2 inesistenti nell’arcipelago norvegese. Dopo alcune mezz’ora di negoziazione con l’assicurazione e l’hotel, si installano la cucciola grande in una stanza e gli altri NoiQuattro nell’altra, non senza qualche attimo di puro pathos quando la microba si è chiusa a portafoglio nella brandina o alla reception hanno dichiarato che no, la cucina era chiusa e non si poteva mangiare nulla.

Così, dopo la giornata più brillante con il sole che danzava per qualche attimo sull’orizzonte tingendo il mare e i monti di un rosa barbapapà difficile a credersi, punteggiato dalle aquile di mare che si sono lasciate ammirare da vicinissimo - con annessa sea-sickness microba nella sciarpa - ecco l’esplosione dell’imprevisto in tutta la sua deflagrazione. La positività e l’isolamento nel remoto arcipelago norvegese. Ne è valsa la pena, però.

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