giovedì 13 agosto 2020

ACQUA IN TUTTE LE SALSE

L’acqua, in Islanda, la trovi dappertutto e in ogni forma. Acqua di ghiaccio dei ghiacciai, acqua freddissima e infuriata che genera cascate imponenti e scenografiche, acqua calda delle pozze termali, qualcuna è attrezzata e qualcuna è, beh, una pozza. Acqua che esplode nel vapore dei geyser, acqua che bolle sotto la terra. Acqua che si mischia alla lava, acqua calda o che raffredda, che ‘profuma’ di zolfò, acqua che inonda e cancella le strade, acqua del delta dei fiumi glaciali che oggi passa di qui e domani passa di là.
Tutta questa acqua, quando può, cade. Generando cascate di ogni forma e dimensione. Molte hanno nomi impronunciabili. Per esempio:
Uksanafoss, cascata la doppia che ha fatto da scenario a Game of Thrones. 
Gullfoss, ammirata sotto una pioggia battente, anche se il nome, che ricorda l’antica lingua runica di alcune saghe fantasy, parla di una cascata d’oro (non si capisce se per l’arcobaleno dorato che si vedrebbe nei giorni di sole, o per un fantomatico tesoro sepolto dietro la cascata).
Gljufrabui, quella che per vederla ti devi infilare in un antro che sembra la grotta del regno dei morti della saga di prima.
Seljalandfoss, con il sentiero che gira dietro e vedi l’acqua che cade da una prospettiva unica: da dietro la cascata.
Skogafoss, quella che giri un angolo e vedi l’acqua cadere da un costone di roccia altissimo,  imponente e massiccia. E se segui il sentiero, salendo prima quattrocento gradini e a seguire una passeggiata mozzafiato, trovi tutti gli antenati della cascata imponente, cascate e cascatelle ognuna da togliere il respiro, insieme alla salita che toglie il respiro anche quella.
Seljavallalaug, la pozza di acqua calda al fondo di un vallone, costruita da un prete che voleva insegnare a nuotare agli abitanti del villaggio. Ci si chiede dove sia il villaggio.
Il ghiaccio del vulcano Eyjafjallavatnajokull, quello che qualche anno fa bloccò i voli di tutta Europa per un’eruzione che generò una nube di ceneri immensa, che spinta dalle correnti ha solcato i cieli di mezza Europa lasciano gli aerei a terra e creando cieli dai colori unici (XX ha ancora negli occhi il giallo sopra Parigi, quando è riuscita a salire per il rotto della cuffia sull’ultimo volo prima che chiudessero tutto).
Il geyser visto all’alba, che spruzza vapore a venti metri un po’ quando vuole lui, con intorno soltanto le fumarole accanto a cui è prudenzialmente sistemato il cartello ‘vietato fumare’.

Nessun commento:

Posta un commento