mercoledì 19 agosto 2020

DALL’ESTREMO NULLA ALL’ESTREMO NORD

Una distesa di nulla attorno alle turf houses che hanno ospitato la Big Family questa notte, con simpatici volpacchiotti quasi domestici, una strada sterrata che prosegue verso le nubi e un paesaggio lunare.
Si sale nelle nubi e nella nebbia, in una landa scura resa ancor più surreale dalla visibilità limitata e a sprazzi, dal venti arrabbiato, dall’occhio che non vede e quando vede si perde nell’orizzonte della luna. Nessuno vive, ha mai vissuto o sembra avere ambizioni di vivere ovunque l’occhio arrivi a vedere.
Da questo estremo nulla, attraversando cascate tempestose, doppie e scintillanti, che parlano di troll e troll esse, attraversando Asbyrgi, l’anti teatro naturale dove uno degli zoccoli di Sleipnir, il cavallo di Odino a otto zampe, avrebbe toccato terra creano l’enorme depressione (in assenza si razionale condiviso dei geologi, che in effetti ancora manca, lo zoccolo di Sleipnir sembra essere la spiegazione più accettata dal locale), la  il Family arriva all’estremo Nord, la punta più settentrionale dell’Islanda. Qui, a Raufarhöfn, scoprono gli archi dell’articolo, una scultura moderna che indica i quattro punti cardinali che celebra proprio il circolo polare, nonostante si trovi ancora al di sotto. Si fa quel che si può.

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