martedì 30 aprile 2024

LE LUNGHE TRECCE E POI

Domani partite, e questa nostra prossimità sta per finire. La prossimità di due lettini queen size, in uno di essi vi schiacciavate sedere contro sedere, per poi girarvi dalla stessa parte e collidere di meno e nella notte girarvi insieme sempre per guadagnare quel pochino di spazio. E poi la coperta rubata e poi dispersa, notte dopo notte. Vi ascolto dormire, dopo esserci dette piccole cose sottovoce. E vi guardo anche dormire, in quel tempo sospeso tra il vostro sonno e la mia veglia, come quando le vostre camere non erano zona militarizzata in cui entrare solo con pass valido e dopo aver ricevuto opportuna (e per nulla scontata) autorizzazione. 

Ci sono volute cinque mani e molta pazienza per fare due lunghe trecce un po’ ricciole, che andassero bene per l’esame da fare domani ma anche per appoggiare la testa in aereo e anche per la giornata di scoperta, ed è stato bello essere due di quelle cinque mani.

Ed è stato bello essere i due occhi che avevano lo sguardo su di voi in questa nostra stanzetta piccina, che da domani sembrerà molto vuota.

domenica 28 aprile 2024

LA GENTILEZZA DI MIKE

Ci tenevo proprio, che veniste con me al 9/11 memorial. Abbiamo passato un tempo pazzesco a cercare come prenotare, alla fine comprando un biglietto cumulativo per questa e altre attività per 3-12 anni, non abbiamo trovato la prenotazione della guida. E invece arriviamo al museo e i tour si possono prenotare anche lì. E va bene anche se non avete più tre anni da un po’. Ci accompagna Mike, con il suo accento di Brooklyn (dice lui). Ha una voce gentile e pacata, gli occhi commossi e non una sola nota o sfumatura di rabbia nella voce. Racconta di come erano le torri, di come mai il quarto volo, quello in Pennsylvania, è stato fatto precipitare dai passeggeri - era in ritardo, dunque i passeggeri hanno saputo che cosa era successo alle torri gemelle e al pentagono. Hanno usato quello che avevano come armi, le fibbie delle cinture di sicurezza e l’acqua bollente. Sono considerati eroi.

E poi racconta di una storia di un ascensore, in cui stavano salendo degli operai a lavare le finestre. L’ascensore si blocca e loro pensano ad un guasto, chiameranno e qualcuno li terrà fuori. Poi si accorgono che no, il problema è parecchio più grande, dunque aprono a forza le porte. Sono al cinquantesimo piano, ma gli ascensori vanno per sezioni dunque si trovano davanti il muro, al cinquantesimo piano la porta non c’è.

Pete Dempshire aveva lavorato nell’edilizia, prima di mettersi a lavare le finestre in quota, e sostiene che il muro che hanno davanti sia di cartongesso. Così lo prendono a picconate con le spazzole lavavetri fino a fare un buco da cui riescono a sgusciare fuori. Scendono i cinquanta piani a piedi ed escono dalla torre cinque minuti prima del crollo. Sopravvissuti.

E poi il racconto delle rose bianche nei nomi incisi nel giorno del compleanno, e i nomi anche delle sei vittime del ben più piccolo attentato del 1993.

E poi il cielo. Quelle foto di appena prima che il mondo cambiasse, in cui si vede un cielo da cartolina. E allora eccola, l’opera dell’artista Spencer Finch, un’installazione enorme, un muro di un mosaico di blu ciascuno di una sfumatura diversa, unica, una per ciascuna vita strappata quel giorno. ‘Trying to remember the color of the sky on that September morning’, il titolo dell’installazione che non ci sta in una foto sola tanto è grande.

Non eravate ancora, quando sono cadute le torri gemelle, quando il mondo è rimasto ‘percosso e attonito’ ed è diventato quello che conoscete, con i liquidi limitati in aereo e il velo che limita sempre più giovani creature femmine in troppi paesi.

sabato 27 aprile 2024

QUELLE CENE UN PO’ COSÌ

Il basket americano, un po’ come il ponte di Brooklyn (e la torre Eiffel) è un’altra di quelle cose che XX sottovaluta. E poi c’è la microba che ‘Stasera ci sono i Lakers ai playoff, sono sicura che qui si riescano a vedere in chiaro, andiamo in hotel a vederli?’ Così comprano degli improbabili tacos in un fast food non lontano, al loro ordine mancano metà delle cose e pure la birra che non si può portare fuori dalla porta. Vabbè, berranno l’acqua del rubinetto che sa di piscina. Poi loro hanno fame, in effetti mancava un po’ del cibo ordinato, e le ragazze sono tornate lancia in resta, pronte a sbraitare ciò che non c’era. Il sistema non deve essere a prova di bomba, perché non c’è stato alcun bisogno di sbraitare, il ragazzo ha chiesto che cosa vi mancava e glielo ha consegnato.

Cenano a base di tacos e fagioli scuri, un asciugamano della doccia a fare da tovaglia per non sporcare il letto. E meno male, perché i fagioli messicani sono molto scuri e sporcano l’asciugamano di un colore un po’ incerto, o forse certissimo.

Tra un tempo e l’altro dei Lakers, la salvietta macchiata di fagiolo nero viene nascosta sul fondo dell’armadio, per essere naturalmente trovata e rimossa dalle solerti signore dell’house-keeping la mattina dopo.

BROOKLYN AND SURROUNDINGS

La microba, nel suo programma dettagliato giorno per giorno, aveva il chiodo fisso del ponte di Brooklyn. Che per XX era un po’ come la torre Eiffel, sempre lì e mai particolarmente degno di attenzione. 

E invece. In una giornata dal tempo maldestro, con le nubi e il vento e magari qualche goccia, LoroTre fanno le turiste, prenotano una gita in battello intorno a Manhattan e soprattutto sotto i ponti più famosi, compreso il ponte di Brooklyn. 

Foto da davanti, da dietro, all’andata e al ritorno. E poi, vuoi non andare a vederlo a piedi, a Brooklyn, il suo ponte leggendario? La metropolitana fa fermate impreviste, ci sono dei lavori questo week end, quindi l’altoparlante bercia linee e fermate e bus. Non si capisce molto, devi essere un viaggiatore navigato per capire i sottili dettagli, e solo quando una leggiadra ragazza in uniforme compare dallo spazio tra i vagoni si fa chiarezza sul percorso. Alla fine il metro le porta dove deve, loro ammirano, e soprattutto fotografano, il ponte di Brooklyn, e loro sotto e con il viso così e cosò e cosà con tutte le faccette possibili.

Naturalmente scatti in verticale, ottimizzati per Instagram.

venerdì 26 aprile 2024

CENTRAL PARK

La giornata prevede un impegno di lavoro per XX, stavolta niente treni, solo l’ufficio sulla quinta strada, e l’esplorazione di arte e natura per le ragazze. Hanno passeggiato per Central Park in lungo e in largo, girando accanto al lago, fermandosi al belvedere, contando gli scoiattoli, che sono tantissimi, e poi si sono infilate in uno dei musei più celebri del mondo.

XX le raggiunge al telefono ad un certo punto nel tardo pomeriggio, chiede se magari si incontrano a metà strada.

‘Ma va, mamma, ci vediamo in albergo. Abbiamo ancora un sacco di cose da vedere.’

giovedì 25 aprile 2024

LOGISTICA IN QUATTRO DIMENSIONI

E mentre in Italia si festeggia la liberazione che secondo la cucciola grande si dovrebbe celebrare anche negli USA liberatori, loro si alzano all’alba, anzi, che definire alba le due del mattino nemmeno a giugno al polo nord. Alle tre e quel qui sono all’aeroporto grazie alla efficiente levataccia di YY, imbarcano i bagagli e spariscono alla vista.

I radar le tracciano grazie alla seconda colazione hobbit all’aeroporto di Zurigo, la cucciola di mezzo viene naturalmente scansionata per controlli random antiterrorismo, volano attraverso l’Atlantico con la scioltezza di un frequent flyer, scribacchiano messaggi dall’aereo grazie al limitatissimo wifi di bordo, e poi atterrano. E da quando atterrano comincia un black out che a XX, che intanto è nel Connecticut in una riunione eterna, pare lunghissimo. Il driver che di chiama BarbieDù comincia scriverle se era atterrata, lei spiega che lui dovrebbe prendere le sue figlie le quali non danno cenno di essere vagamente collegate a qualsivoglia rete. 

E dopo un tempo che pare infinito in cui lei chatta con l’autista che si scoprirà poi essere cinese e non parlare troppo inglese, ad un certo punto loro si palesano, sono a bordo verso l’hotel.

One down.

Il piano è pascolare nei dintorni fino all’ora del grattacielo, salire, godersi la vista, tornare in hotel sperando che XX sia arrivata in modo che anche loro possano entrare. Pare che a NY per stare in una stanza d’albergo tu debba avere 22 anni, oppure essere accompagnato.

Nel frattempo XX prende il treno più improbabile che va dal Connecticut a Washington passando per NY, alla stazione non solo non c’è un posto che venda dell’acqua ma non ci sono nemmeno le scale per arrivare ai binari.

Finalmente arriva nella city, si trascina dietro la valigia da ventidue chili per una quindicina di isolati e arriva all’hotel. Con tempismo chirurgico si palesano anche le ragazze, che recuperano i loro bagagli (no, non c’è più il numerino, ora devi dare il numero di cellulare e farti fare una foto) e finalmente è quasi buio, che fa bene dopo le loro per le loro oltre ventiquattrore di veglia.

Welcome to NYC.

Raccontano di un volo tranquillo ma lungo, ‘No, la tua melatonina non funziona un corno, avrò dormito tipo dieci minuti.’ ‘Ah, e comunque si vede che sono americani. Il grattacielo (summit one, ndr), è fatto per impressionare, non per educare.’ ‘Cioè?’ ‘Cioè non ti raccontano la sua storia, si vede che vogliono solo fare scena.’

‘Ah, e poi siamo anche già state al negozio degli M&M. C’era odore di diabete.’

lunedì 22 aprile 2024

HACKING GRANDMA

‘Pronto! Ciao. Sai che ridere?! L’hôpital Pasteur mi ha mandato un promemoria per la visita di dopodomani. E l’ha fatto con la stessa app della dottoressa.’

‘L’app della dottoressa di Milano?’

‘Si. Poi l’app mi chiedeva se ero già registrata, io prima ho detto di no, poi ho detto di sì, quindi ho confermato. Allora deve essere arrivato un messaggio alla dottoressa di Milano che mi ha subito scritto per sapere se ero finita di nuovo al pronto soccorso. Francese. Io lo ho detto nooo, non oggi, dopodomani. Che ridere.’

Ora. Come la sanità francese e quella italiana possano essere meglio collegate che la patria anagrafe, è un mistero. Pare che la nonna MM abbia sviluppato una discreta dimestichezza con questa app che le ha proposto la sua dottoressa, tanto da incastrare anche le visite di controllo oltralpe.

XX non è sicurissima di come siano andate le cose, né che sia stata una buona idea sbloccare i dati di roaming della nonna. À suivre…

domenica 21 aprile 2024

FERVONO I PREPARATIVI, TAKE TWO

‘Scusa, ma perché il 25 aprile lavori? Non è la festa della liberazione?’

‘Si, ma è festa in Italia. E io sarò in America. Non è festa per gli americani.’

‘E perché no? Non ci hanno liberato loro?’

Ecco, che a ben guardare una liberazione possa essere festeggiata da liberati e liberatori è un’idea incantevole.

Se solo non ci fossero le mille speculazioni dietro questa data così speciale.

Grazie, cucciola grande, per la tua logica adamantina. Che resti sempre trasparente come cristallo purissimo.

sabato 20 aprile 2024

MA QUANTI SONO I DICIOTTENNI?

Che la cucciola di mezzo abbia una socialità affollata lo si è capito da quando al compleanno di sei anni si sono trovati cinquanta bambini sconosciuti alla festa al parco. Lei gioca su più tavoli, infatti. Ci sono la scuola, le amiche di sempre, le amiche delle amiche, quelli delle altre scuole, quelli del collettivo, e chissà quanti altri.

Quindi questa sera è invitata a quattro, si, quattro feste di compleanno. Che i compleanni di quest’anno non sono come gli altri, chè si diventa maggiorenni, quindi sono degli eventi piuttosto straordinari. Non è chiara la logistica, lei comincia a chiedere chi la può accompagnare da un posto all’altro, e alla fine quattro happening sono un po’ tanti anche per lei. Così ne anticipano due alla sera prima, ‘Abbiamo aspettato la mezzanotte così quei due compleanni li abbiamo già festeggiati’ - che a XX ricorda tanto le polpette ‘già pregate’ di un film di Zalone.

Ne restano due, di feste, con programmato anche cambio d’abito, dal momento che due eventi hanno diverso dress code.

Solo un imprevisto dell’ultim’ora annulla la seconda serata, quindi lei rientra a riposare, scortata da un disponibile YY ben prima dell’alba. Ad accumulare minuti di sono da spendere nelle prossime levatacce mattutine di studio.

FERVONO I PREPARATIVI

Da qualche giorno, hanno deciso. Siccome XX riparte a breve, questa volta la meta è appetitosa, la New York di Liza Minelli, e grazie ad un filotto di giorni di festa che aprono e chiudono scuole come persiane, microba e cucciola di mezzo la raggiungeranno, per passare qualche giorno insieme nella City.

I voli non sono dei più confortevoli, la partenza è prevista verso le sei del mattino dalla Malpensa, YY si presta a fare da Uber notturno. La logistica all’arrivo non è meno semplice, XX sarà ancora in un’altro stato e loro dovrebbero arrivare in albergo da sole - possibile che non abbiano alcuna stanza perché nessuna delle due è maggiorenne. Per il tragitto, XX ha prenotato un tassì indicando i loro nomi, il pensiero comune è ‘chissà che cosa scrivono’, meglio essere creative nella lettura dei nomi sui cartelli dei tassisti.

E poi, ci sono le giornate. Che fare mentre XX lavora?

Entrambe hanno attivato una pletora di suggerimenti, a cominciare dalla preziosissima guida e le piccole astuzie di Sa. Ma non basta, hanno un lungo elenco di luoghi, di scorci, di ristoranti, di passeggiate, di quartieri, di assaggi consigliati da vecchie e nuove amicizie…che a voler fare tutto bisogna stare lì due mesi.

Per esempio, nel tentativo di limitare le aspettative nella ristorazione, ecco uno scorcio di conversazione.

‘Allora, guarda, quando siamo qui possiamo andare a mangiare da Rising canes.’

‘Che cos’ha di speciale questo ristorante?’ (XX che cerca di limitare le aspettative).

‘La salsa.’

E così è molto possibile che nei prossimi giorni si troveranno a cercare cene a base di salsa che è buonissima.

mercoledì 17 aprile 2024

NEL FRATTEMPO AL DI QUA DELLE ALPI…

In una Milano a tratti estiva a tratti novembrina, affollata da uno degli eventi dell’anno, la design week, la microba gioca con i secondi, e proprio oggi che c’è la versione di latino il bus non passa e lei arriva tardi, chiamando un serafico YY chiedendo che cosa fare con le regole capestro dei ritardi della sua scuola. Nessuno si scompone, lei salta la prima ora che secondo la preside è meglio perdere un’ora intera di lezione che dieci minuti (avrà i suoi buoni motivi, per ora invisibili agli occhi), e il cielo sia lodato la versione di latino era alla quarta ora.

martedì 16 aprile 2024

LA SETTIMANA DELL’ANNO

La settimana dell’anno questa volta dura nove giorni. Di solito la settimana affolla la fiera più importante, dove si accolgono visitatori provenienti da ogni angolo di mondo, una soirée di scintillii, qualche cena. Questa volta la settimana comincia la settimana prima, tutti riuniti nella campagna a sud di Parigi a fare seminari di formazione in cui ci si mette alla prova, ci si filma e ci si rivede con un coach che ti dice cosa fare meglio.

Da Mumbai alla California, da Singapore a Seoul, il team mondo si è riunito ad imparare; si vedevano personaggi parlare da soli, o agli alberi, nel provare la propria parte, qualcuno ha barato sulla lotteria delle cose da raccontare.

E la settimana non è ancora cominciata. E poi tutti in bus, verso Parigi, albergo fronte fiera, per accogliere l’industria in uno stand che sembra disegnato dallo Stregatto.

XX incontra personaggi di varia natura, dal professorone greco dal capello impomatato che pensa di essere Thor ad un’antica e brillante compagna di università, dal dermatologo israeliano ai produttori di Felce Azzurra. Nei tre giorni più intensi non sa più che lingua parla, si rivolge in francese ad un collega di San Paolo che il francese non lo sa, infila parole inglesi nei discorsi italiani e ogni tanto le grippa il cervello che non sa più come sono fatte le parole.

lunedì 15 aprile 2024

PERLE DI GENTILEZZA NELL’ODISSEA

Infatti. Torna come previsto con il già lunghissimo viaggio in treno.

Quindi chiude casa, ha il buonsenso di lasciare la valigia lì, marcia in salita per i due chilometri che la portano alla stazione, cerca il suo treno, che però le ferrovie francesi hanno annullato. 

Quindi lei aspetta oltre un’ora, sale su un locale affollatissimo. Riesce a stento a sedersi su uno strapuntino, uno di quelli che si pensavano passati di moda.

Il tutore che le tiene si la spalla ferma ma l’avambraccio puntato in avanti come una marionetta non aiuta.

Al cambio a Ventimiglia ha naturalmente perso treno e posto originari, si fa fare un altro biglietto che ahimè la colloca nell’unico sedile centrale della carrozza. Chiede la gentilezza di cambiare posto alle viaggiatrici che le siedono accanto, ma quelle, nisba.

Così aspetta con impazienza il controllore, gli spiega la questione piuttosto ovvia e lui le cambia posto e le prenota anche quelli intorno. Così nessuno si può sedere a darle fastidio.

Rimpatria dopo dieci ore di viaggio che nemmeno per andare in America, la cucciola grande la recupera alla stazione a parzialissimo risarcimento di tutti gli scarrozzamenti del passato.

Ha del surreale la conversazione in macchina:

‘Puzzo?’

‘No nonna, non puzzi.’

‘Eggià, figurati se lo senti, tu che ormai consideri profumo l’odore di cavallo.’

sabato 13 aprile 2024

TI SBAGLI

Se pensi che stia quieta, ti sbagli. Lei e il suo tutore, la spalla sinistra fresca di lussazione e frattura.

Nei giorni di solitudine oltralpe, vuoi non approfittare per andare all’appuntamento  con la commercialista francese? Che vuoi, le offre sempre un caffè buonissimo, irrinunciabile (neanche avesse una nespresso a casa). Ah e poi c’è anche la questione da vedere con la notaia, sai, quella che parla anche italiano? Che c’è da mettersi d’accordo per la diagnostica delle termiti (una bizzarra legge francese, ndr). Vuoi non andare anche da lei?

Poi, prima di rientrare, come non approfittare per andare dal parrucchiere che lì costa meno, per tirarti un po’ su? Sempre con il tutore nero e il braccio a marionetta. E i capelli bellissimi e corti freschi di cura.

giovedì 11 aprile 2024

IL SUO MODO

Sulla chat di famiglia in serata compare il seguente messaggio:

Da: nonna XX

A: Noicinque


Ciao a tutti, vi mando la notizia qui così  la sapete in contemporanea: stamattina sono caduta in camera e mi sono  lussata e rotta la spalla sinistra.

Con l’ambulanza sono finita all’ hôpital Pasteur dove dopo numerose  rx e scanner mi hanno rimesso a posto la lussazione (si, fa tanto male) e mi hanno dato un tremendone di tutore per fissare la spalla senza mai muoverla, giorno e notte  per 10 gg. Alla faccia del relax...


Ora. La nonna MM si trova oltralpe, dove pare i pompieri guidino le ambulanze e ti salvino da ogni guaio in cui finisci. XX si trova pure lei oltralpe ma un’oltralpe lontano 12 ore di auto. YY si offre di rimpatriare la nonna, che gentilmente e fermamente rifiuta.

XX cerca incastri logistici per cambiare oltralpe e vedere come sta MM, ma questa volta Mercurio non l’assiste.

Quindi la nonna resta nel suo oltralpe, impara a fare tutto con una mano sola e conta di tornare in treno quando previsto, come previsto. Come non avesse una spalla rotta.