sabato 16 luglio 2022

CARTA E PENNA 25 (27)

Da: Cucciola di mezzo 

A: XX e YY

Cari Mamma e papà, domani è il re-racing day. Il che vuol dire pizza calda, docce, vestiti puliti e lettere.tutte le lettere che non ho ricevuto né inviato in questa settimana e mezzo.vuole anche dire che siamo a metà di questo percorso, di questa avventura che non voglio finisca. Mi sembra ieri quando vi salutavo a Linate, quando compravo una brezel a Francoforte, e poi il cambio della Sim del terminal Chicago e infine il minuscolo aeroporto di maschi Gone, dove, nonostante la grandezza, sono comunque riusciti a perdere la mia valigia… Mi sembra ieri eppure era 20 giorni fa e a mezzo mondo di distanza quando gli ho visti per l’ultima volta per cinque settimane a venire e non sapevo ancora che cosa aspettarmi. Adesso so come saranno le mie giornate per altre due settimane e un po’, ma sicuramente non posso prevedere le nuove ed eccitanti esperienze che vivrò.a capo la traversata del Mississippi per andare dall’ultima spiaggia fino ad una nuova isola non è stata delle più semplici; ci siamo ritrovati in acqua bassissima, con la corrente e il vento che ci spingevano dalla parte opposta, senza considerare le onde che si infrangevano contro i lati dei nostri Kayak.questo sarebbe dovuto essere il primo segno di quello che ci avrebbe aspettato su di isola, decisamente non la più ospitale su cui abbiamo campeggiato. subito sopra la spiaggia c’era uno spiazzo senza alberi, cosparso delle cacche di qualche animale di cui non ho capito il nome. Abbiamo provato a piantare le tende lì ma siamo state ben presto dissuase dal vento che le faceva volare via in continuazione oppure le piegava su loro stesse. Abbiamo trovato spazio sufficiente per le tende dietro una macchia di alberi, che ci proteggevano almeno un po’. E meno male che ci siamo messe dietro gli alberi; infatti quella notte è scoppiata una tempesta coi fiocchi e abbiamo dovuto lottare per tenerci la rain flight stretta. Non so che abbia pensato che gli stecchini nella sabbia sarebbero stati abbastanza solidi da tenere giù la tenda, ma guarda caso, non lo sono. Mentre io e ebbi eravamo fuori dalla tenda in mezzo alla pioggia, chiamando Claire perché ci mettete ci mettessi a posto la rain fly, quella ci urlava di tornare dentro a sederci sui nostri clan penso a costo di bagnare i sacchi a pelo. Alla fine è riuscita a sistemare la nostra tenda, e abbiamo dormito quasi all’asciutto.

E la mattina dopo abbiamo scoperto che non eravamo neanche quelle messe peggio, nonostante metà della nostra Ten stesso volando via. Sam, medi e cori avevano caparbiamente deciso di mettere la loro tenda su una mini altura poco distante, che però non era molto riparato. Quindi la tempesta non aveva solo strappato nare in fly, ma aveva anche piegato la tenda su se stessa, creando così una pozzanghera nella metà della tenda che era ancora per terra. Inoltre erano troppo lontane per essere sentite da Claire, quindi hanno passato tutta la notte ammassate Condividendo gli unici sacchi a pelo che non erano ormai zuppe. Almeno avrebbero avuto tutto il giorno per far asciugare le cose che si erano bagnate, dato che Python aveva annunciato che avremmo avuto un lei o verde, perché già è una delle sue sorelle nell’altro gruppo avevano un ex Emma, e sarebbero andate in una clinica a farsi visitare. Non abbiamo fatto molto per tutta la mattina, a parte scoprire che l’isola era anche infestata di formiche, anche loro molto amichevoli.dopo pranzo abbiamo giocato a paranoia per quasi due ore, ed è stata l’attività più rilevante della giornata. Di notte siamo andati a vedere le stelle, che non si vedevano perché la luna era troppo luminosa. Il giorno dopo abbiamo avuto noi un altro giorno libero, questa volta non ho capito perché. ancora una volta, a parte, della quale ho approfittato ho anche finito il mio libro quindi adesso me ne farò il giorno dopo siamo finalmente partite dall’isola maledettae abbiamo trovato un’isola, un po’ più  grande, questa volta riparata dagli alberi. C’erano sacco di conchiglie madreperla, alcuni anche più grosse di un palmo. Ne ho prese un po’ , perché voglio farne degli orecchini.

L’indomani qualcuno ha proposto di fare ‘solo’, dato che c’era una spiaggia enorme, con abbastanza spazio per stare da soli. I ‘solo’ e consistono nello stare da soli per un po’, noi abbiamo fatto quattro ore. Mentre camminavamo verso i rispettivi spazi abbiamo visto un serpente e lo abbiamo chiamato Jeffrey. Durante quelle quattro ore ho finito di disegnare le spiagge nell’altra lettera, ho trovato altre conchiglie e una chela di granchio. Peyton ha trovato anche un teschio, o parte di esso, che pensiamo si di un qualche roditore. Non so se conta come avvistamento di animale, però. Per aggiornare la lista, recentemente ho visto: ancora un sacco di aquile dalla testa bianca, tra cui una che pescava a meno di venti metri dai nostri kayak; Jeffrey e un suo amico, questa volta chiamato David; due gatti il primo giorno di fronte alla nostra cabin, che però poi non si sono fatti più vedere(mi ero dimenticata di scriverlo); un coniglio in un prato mentre stavamo caricando l’autobus per partire (anche questo non mi ricordo se ve l’ho già detto); più di una tartaruga (purtroppo tutte morte); non pochi cani, tutti ritti a prua di un qualche barchino troppo rumoroso e troppe, troppe zanzare. Alcuni ragazzi hanno detto di aver visto un coyote al nostro primo camp, e sull’isola maledetta’ Erika ha detto di aver visto una coda indistinta, forse di volpe, forse di coyote. 

Dopo il solo siamo tornate tutte alle tende, dopo aver cenato, e Abby mi ha insegnato a fare un gioco con le carte, ‘nar’, che decisamente non richiede tanto sforzo quanto burraco.

Il giorno dopo, e cioè oggi, ci siamo svegliate alle nove, nonostante Peyton avesse detto alle otto. Abbiamo pagaiato per un paio di miglia fino ad arrivare a Fountain City. Lì abbiamo fatto rifornimento di acqua ad un autogrill e poi ci siamo incamminate verso una gelateria. Peyton ci ha spiegato che il camp offre un ‘treat’  di circa quattro dollari prima, durante e dopo il rerashing per ogni camper. Per ovvie ragioni questo di solito è un gelato. Mentre facevamo la strada abbiamo passato delle case bellissime ed enormi, con giardini altrettanto belli. In particolare ce n’era una con una distesa di ibiscus davanti, rossi e arancioni e magnifici. Alla fine la gelateria era chiusa, non si sa perché, ma sbirciando dentro ho visto che una sola pallina costava 3.60 $, quindi mi viene quasi da dire meno male. Siamo tornate all’autogrill e abbiamo preso una vaschetta per uno, e siamo riuscite a prendere tutti gusti diversi. Io ho deciso di optare per ‘brookie dough’, gelato alla vaniglia e cioccolato con pezzi di brownies e chocolate chip cookie dough. Era un po’ una puzzolata, ma non era poi terribile. Peyton ci aveva detto che anche a Fountain City ci sarebbe stata un’attrazione che entrambi i gruppi prima di noi avevano visitato. Ci aveva detto che si chiamava ‘rock house’, e sono state proposte delle teorie a dir poco interessanti in proposito: qualcuno diceva che era un museo delle pietre, altri che fosse una casa con tutte le rockstar della storia. Qualcuno ha perfino altro proposto che ci avrebbero portato direttamente da The Rock Dwayne Johnson. Alla fine era semplicemente una casa su cui era caduta una pietra, piuttosto grande, nel 1958 (se non ricordo male). Non siamo nemmeno potuto entrare per vederla da vicino, ma è comunque stato divertente! Ci siamo rimesse nei kajak e dopo nemmeno due miglia abbiamo trovato una buona spiaggia. Mi sa che il gruppo dei ragazzi ha già campeggiato qui, perché continuiamo a trovare cartacce degli oatmeal di colazione. Per ora questo è il posto più grande che abbiamo trovato, con due spazi enormi liberi dagli alberi.

Stanotte dormiamo sotto le stelle, non è prevista pioggia. Domani leggerò le vostre lettere e vi sentirò un po’ più vicini.

Mi mancate,


Cucciola di mezzo 

PS ho una nuova borraccia perché un giorno, dopo cena, abbiamo perso il tappo della bottiglia del gas, e la mia borraccia, per fortuna, aveva lo stesso identico tappo. Alla fine lo abbiamo trovato ma il mio topo sarebbe comunque stato sporco di gas, quindi ho tenuto l’altra borraccia.

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