mercoledì 27 luglio 2022

e-CARTA E PENNA

Da: XX

A: cucciola di mezzo

Oggetto: ma come hai fatto?!

CDM, ma come hai fatto?? Sono arrivata ieri all’aeroporto di Chicago, al terminal 5, quello dei voli internazionali. Mi sembrava di stare in un suk. Devo dire, a onor del vero, che l’immigrazione è andata via liscia, forse c’erano pochi voli che sono arrivati insieme al mio, e parecchi sportelli aperti. Passata quella però, ecco il terminal 5 dispiegarsi in tutta la sua somiglianza con il gran bazar di Istanbul: in aereo ci avevano anticipato il nastro da cui ritirare le valigie: sarebbe stato il nostro cinque. A parte che per arrivarci bisognava fare il passo del leopardo tra carrelli e bagagli appoggiati ovunque, ma poi lo schermo del nastro diceva che quelle valigie venivano da Heathrow, l’aeroporto di Londra. Allora ho cercato gli schermi di tutte le riconsegne dei bagagli, e accanto volo da Milano non era indicato alcun nastro, ma soltanto un orario (per oltre un’ora dopo, fra l’altro). In compenso dei tizi (in genere di colore, senza particolari divise o cartellini di riconoscimento), gridavano a parole arrotolate Milan-heir-carusl-faaai(v). Ho recuperato la valigia in un tempo inaspettatamente breve, per poi fare una interminabile fila alla dogana per consegnare la schedina azzurra, che credo abbia come destinazione il cestino e il macero appena qualche ora dopo, senza che nessuno ne guardi mai una. E da qui, ecco gli altri corridoi del suk: bagagli in file, pile, mucchi e su carrelli, di ogni forma e colore, tendenzialmente enormi, tappezzeria a fare da tappezzeria dei vari corridoi verso l’uscita. Migliaia di bagagli che ad occhio inesperto, sembravano aver perso ogni parvenza di destinazione, padrone o targhetta. Ed io ero arrivata ho solo dovuto cercare il mio collega Bill che si stava quasi facendo dare una multa dalla polizia perché, con la sua mini Cooper a noleggio, stava a metà tra il posto degli autobus e quello dei taxi… ah, e la mini che mi ha descritto essere blu ai miei occhi è grigio topaccio… non so nemmeno immaginare che cosa deve essere stato per te dover anche cambiare il terminal e trovare il volo giusto per Muskegon. Lo sapevo già che sei stata super brava, efficiente e smart - in realtà dopo essere stata nello stesso aeroporto, ho capito quando quanto sei diventata capace di muoverti nel mondo, il tuo mondo che sarà. Ti penso sempre e ho davvero voglia di vederti, di ascoltarti, di guardare la meraviglia dei tuoi occhi e nei tuoi occhi.


mamma

Nessun commento:

Posta un commento